Daria MALDONATO

CV

Nel 2023 ha conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l’Università “Federico II” di Napoli con votazione 110/110 e lode, presentando una tesi in Letteratura Italiana dal titolo “Il fascino della contraddizione: una lettura psicoanalitica della Gerusalemme liberata”.
Nel 2021 ha conseguito la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università “Federico II” di Napoli con votazione 110/110 e lode, presentando una tesi in Filologia Romanza dal titolo “Le albas occitane: Reis Glorios di Giraut de Borneil”.
Nel 2024 ha pubblicato un articolo dal titolo “Tra desiderio e repressione: la figura di Armida nella Gerusalemme liberata” per la rivista «Esperienze Letterarie».
Nel 2024 ha recensito “Empatia Negativa” di Massimo Fusillo e Stefano Ercolino per la rivista «Status Quaestionis».
Nel 2022 ha pubblicato un articolo dal titolo “Il mondo da una finestra. Piccolo campionario di eroi ‘estranei’” sulla rivista «Aura».

Tutor

Domenica Falardo
Università di Salerno

Co-tutor

Rosa Giulio
Università di Salerno

Progetto di ricerca

Tra eroismo ed elegia: la «funzione Erminia» e l’epica tra tardo Rinascimento e primi anni dell’età Barocca

Il progetto propone un’analisi delle diverse tensioni (narrative, stilistiche, ideologiche e strutturali) che ispirarono il genere epico tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento, con un focus sul caso della Gerusalemme liberata. Sulla base delle suggestioni della critica, la ricerca intende esplorare quella che potremmo definire la «funzione Erminia». Il personaggio tassiano, estraneo alle tensioni – centripete e centrifughe – che attraversano la Liberata, si colloca in uno spazio altro: quello, cioè, dei sentimenti privati, della favola pastorale, della dissimulazione della propria interiorità. In un mondo militarizzato, la principessa pagana è, infatti, una «straniera», un’ospite disorientata. È proprio questa estraneità a farle incarnare una logica diversa e per molti aspetti inconciliabile con l’orizzonte bellico da cui è circondata. La sua inadeguatezza come eroina di guerra assume così significati profondi, di cui la sosta tra i pastori – utopico ritiro dalla civiltà e dai suoi conflitti – costituisce forse il più esplicito esempio. Si fa spazio, con lei, un mondo, o un «modo», diverso, non direttamente riconducibile ai due codici – solitamente messi in contrapposizione dalla critica –  dell’epos e del romanzesco e che le permette di inaugurarne un altro: quello del romanzo psicologico e sentimentale.

A partire da questa prospettiva, il progetto si propone di indagare la presenza di tale «funzione» – elegiaca e, insieme, anti-narrativa – nell’epica dell’autunno rinascimentale e della prima età barocca, allo scopo di sondare il terreno in cui questa letteratura cominciò a evolvere – assestandosi in forme stagnanti, sperimentando altri percorsi o lacerandosi del tutto – e a sfiorare nuovi confini: quelli, ad esempio, del romanzo moderno.