Barbara RUGGIERO

CV

Nel 2005 ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione (vecchio ordinamento) presso l’Università degli studi di Salerno con votazione di 110/110 e lode, presentando una tesi in Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico dal titolo “Deontologia e linguaggio. Il caso Limbiate”.

Giornalista professionista, è stata tutor didattico del Corso di Perfezionamento e Alta Formazione in Geogiornalismo (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli) ed è cultore della materia in Digital e Public Geography (Università di Salerno).

Tutor

Silvia Siniscalchi
Università di Salerno

Co-tutor

Pierluigi De Felice
Università di Salerno

Progetto di ricerca

Napoli diseguale: una geografia sociale per mappare e interpretare le disparità

I contrasti sociali di Napoli sono costitutivi della sua trasversale e plurima identità socioculturale, tra sincretismi multifunzionali e plurisecolari stratificazioni. Ne offrono un esempio i rapporti tra la sua cultura popolare con quella accademica, artistica, letteraria e musicale, così come la struttura urbana del suo centro antico. L’analisi sul nesso tra criticità spaziali e sviluppo socioeconomico in un contesto complesso e problematico quale quello della città di Napoli si colloca in un panorama di studi molto ampio, i cui primi riferimenti storici possono individuarsi nelle ricerche dei grandi meridionalisti del Novecento (da Giustino Fortunato a Francesco Saverio Nitti a Gaetano Salvemini), prefigurati, per alcuni aspetti, da quelle degli illuministi napoletani. Sono per non pochi versi ancora attuali le riflessioni di questi studiosi sul nesso tra organizzazione dello spazio ed equità sociale per la promozione di riforme amministrative e strutturali che, con una riformulazione contemporanea, si potrebbero paragonare alle attuali politiche di inclusione sociale ed economica promosse con approccio sistematico dall’Unione Europea. Vi rientrano le strategie per la promozione del rispetto verso la diversità in ogni ambito sociale – da quella di genere a quella etnica a quella delle persone con disabilità – ma anche di progetti rivolti allo sviluppo di competenze dei giovani in condizioni di vulnerabilità, in particolare di quelli compresi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né frequentano corsi di istruzione o formazione, definiti NEET(Not in Education, Employment or Training) per aiutarli a reinserirsi nel mercato del lavoro. Per ogni giovane che esce dai percorsi formativi e lavorativi si innesca una sorta di “cortocircuito” che investe le principali istituzioni sociali: scuola, famiglia, società, politica, economia e mondo del lavoro.

Il problema dei NEET  si inserisce tra le forme attuali di marginalità e di disagio che la geografia sociale può analizzare partendo dalla raccolta e dall’incrocio di dati e indicatori sociali, economici e geografico-territoriali, di tipo quantitativo e qualitativo, avendo come punto di partenza l’osservazione diretta sul campo. La messa a punto di questi indicatori costituisce il presupposto per la realizzazione con i Sistemi Informativi Geografici di una mappatura dei NEET presenti nella città di Napoli, attraverso la produzione di specifiche carte tematiche ispirate a un principio di “zonizzazione geografico-sociale”, la cui destinazione d’uso finale consiste nella realizzazione di un Web GIS di libera consultazione. La mappatura del fenomeno è il primo passo per la messa in relazione tra spazi e dinamiche sociali, consentendo di verificare se le zone urbane maggiormente coinvolte in tal senso siano altresì connotate da marginalità spaziale.  La mappatura può costituire il presupposto per la rappresentazione plastica dei punti di forza, di debolezza, delle opportunità e delle minacce per l’evoluzione integrale del territorio urbano di Napoli, a supporto della pianificazione di nuove politiche di intervento.