Giovanni di PAOLA

CV

Nel 2023 ha conseguito la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Moderne (LM-37) presso l’Università Degli Studi di Salerno con votazione 110/110 cum laude presentando una tesi in Linguistica Applicata dal titolo “Cognizione e linguaggio in Lev Semёnovič Vygotskij. Prospettive di ricerca nella scienza cognitiva” seguita dalle prof.sse Grazia Basile e Giuseppina Giuliano.
Nel 2019, presso la stessa università, ha conseguito la Laurea Triennale in Lingue e Culture Straniere (L-11), discutendo una tesi in Lingua Russa dal titolo “Il romanzo astrale di Nikolaj Berdjaev” seguita dalla prof.ssa Giuseppina Giuliano. 
Ha pubblicato nel 2023 per Corisco Edizioni l’articolo “Piaget, Vygotskij, Wittgenstein: linguaggi privati a confronto.”

Tutor

Miriam Voghera
Università di Salerno

Co-tutor

co-tutela internazionale
Sarah Dessì Schmid
"Eberhard Karls" Universität Tübingen

Progetto di ricerca

Ma che davero!? Non ci posso credere! La miratività e i suoi mezzi di espressione

Il progetto proposto intende affrontare una tematica ancora poco studiata nell’ambito delle lingue romanze: la miratività, una categoria semantica che individua “a more or less spontaneous reaction to a new, salient, often surprising event” (Aikhenvald, 2004: 197). I marcatori mirativi possono essere definiti come costruzioni linguistiche utilizzate per comunicare sorpresa, stupore o disorientamento di fronte a eventi inaspettati. Non essendo presenti in italiano elementi utilizzati esclusivamente per l’espressione della miratività, quest’ultima tende a manifestarsi con l’appoggio di altre categorie pragmatiche cui è strettamente connessa, come i segnali discorsivi, per cui viene espressa attraverso un’ampia gamma di mezzi linguistici (cfr. Dessì Schmid, Momma & Wiesinger, 2023). Alcuni marcatori mirativi in italiano sono costituiti da: marcatura morfosintattica (uso del futuro e del condizionale: “Sarò scema!? Mi sono dimenticata le chiavi!”, in Squartini, 2018), costruzioni evidenziali e modali (“Non ci posso credere!”), verba sentiendi e verba dicendi (“Ma guarda (tu)!”), interiezioni, turpiloquio o intensificatori (“Wow!”, “Madonna!”, “Ammazza!” in D’Achille & Thornton, 2020).
La ricerca intende fornire un panorama delle principali questioni teoriche poste intorno alla miratività, riflettendo in particolar modo su due nuclei principali: lo stato dell’arte di questa categoria (che conta studi soprattutto in ambito tipologico) e la discussione di alcuni nodi problematici, come lo statuto della miratività e la sua relazione con categorie limitrofe, quali evidenzialità e modalità epistemica. Infatti, nonostante la miratività rappresenti un apporto abbastanza recente sullo scenario linguistico europeo (De Lancey 1997, 2001), essa ha stimolato animati dibattiti. Tra questi spicca la disputa Hill (2012) - DeLancey (2012): mentre il primo, catalogando i marcatori in esame come sottogruppo della categoria dell’evidenzialità, sostiene l’impossibilità dell’esistenza della classe grammaticale mirativa, il secondo ribadisce la differenza sistematica tra i due insiemi.
Inoltre, il progetto punta ad una classificazione sistematica dei vari tipi di costrutti che veicolano miratività in italiano. Questo sarà possibile, attraverso una metodologia corpus-based, grazie alla redazione di una lista quanto più esaustiva di tali costrutti, nella quale verranno inseriti dati provenienti da diverse modalità comunicative (dallo scritto-scritto al parlato-parlato, cfr. Nencioni, 1976), con conseguente formulazione di uno schema per l'annotazione che possa costituire uno standard per studi futuri.