09.05.2022,15:00-La Scoperta del Nazionalismo e la Riscrittura della Storia in Friedrich Schiller
09.05.2022,15:00-La Scoperta del Nazionalismo e la Riscrittura della Storia in Friedrich Schiller
Data inizio: 09/05/2022
Data fine: 09/05/2022
Ora: 15:00-17:00
Biblioteca Dipsum, edificio D3, terzo piano
Entra nella riunione in Zoom ID riunione: 826 2243 0341 Passcode: 041018
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Abstract Friedrich Schiller, famoso come ‘rivoluzionario’ sin dal grande successo del suo prima dramma ‘I Masnadieri’ (1781), che gli valse la nomina di Cittadino Onorario della Repubblica Francese, oppure per l’audace richiesta di ‘libertà’ dinanzi al Re Spagnolo nel ‘Don Carlos’ (1787), in seguito all’esecuzione del Re di Francia e il periodo giacobino prende decisamente le distanze dalla Rivoluzione e si rivolge verso la dimensione interiore dei singoli al fine di arrivare a un cambiamento pacifico della società. Ma mentre la concentrazione sull’interiorità come nella tragedia ‘Maria Stuarda’ (1800) sembra avergli sottratto la dimensione sociale, e di conseguenza il popolo viene inquadrato negativamente come elemento di restrizione della libertà, è un altro concetto di libertà che Schiller scopre solo un anno più tardi ne ‘La Vergine d’Orleans’: è la libertà della nazione. In questa tragedia, Schiller studia il nazionalismo, proiettando il concetto moderno della nazione, appena emancipatasi nella Rivoluzione Francese, nel medioevo, riscrivendo quindi la storia. Per dare solo l’esempio più lampante: Giovanna D’Arco muore come un buon soldato-martire per la nazione sul campo di battaglia e non – come la storiografia afferma – sul rogo. La logica della riscrittura della storia è quella della costruzione esemplare della nazione, creando il suo mito fondativo. La tragedia segue lo scopo di proiettare una via verso la moderna società nazionale, evitando la rivoluzione e conservando la monarchia. In essa si trovano quasi tutti i criteri costruttivi della nazione moderna: l’immaginazione della nazione come organizzazione di una comunità di mutua solidarietà attraverso l’omogenizzazione, ovvero il principio della esclusione di quelli che sono ‘stranieri’ e la determinazione dei criteri di appartenenza alla nazione; la pretesa di un territorio appartenente alla nazione per diritto naturale e per indicazione divina, indispensabile per la costruzione dello stato nazionale in cui la nazione, che al contempo è il valore superiore a tutti, realizza sé stessa; la difesa di questo territorio contro un nemico, la guerra come elemento congenito e la concezione dell’arcinemico; la legittimazione del potere dal basso; la superiorità della propria nazione; il carattere del nazionalismo come ‘religione secolarizzata’ in quanto ‘la Nazione’, nella sua esistenza eterna, sopra il tempo terreno e valore più alto, supera la vita del singolo individuo disposto a ‘sacrificare’ la propria vita individuale come soldato sul campo di battaglia, sulla terra sacra della patria, il paradiso terreno. La tragedia, però, indica al contempo il carattere ‘tragico’ dello stesso nazionalismo, che promette libertà e un futuro migliore, ma al contempo richiede ai singoli la rinuncia alla realizzazione del sé. Tre anni più tardi, nel dramma ‘Guglielmo Tell’ (1804), Schiller perfeziona il concetto di nazione nella creazione del mito fondativo della Svizzera. Anche in questo caso riscrive la storia proiettando il concetto moderno di nazione nel medioevo. A differenza della ‘Pulzella’ qui, però, non si trova più la concezione della monarchia, e ai criteri della nazione si aggiunge molto più chiaramente quella dell’uguaglianza e della fratellanza tra i membri della nazione, che a loro volta combattono la guerra per la libertà contro gli stranieri. Ambedue i drammi mirano alla formazione di una soggettività corrispondente a questa nuova e moderna società nazionale, e si comprende come nell’800 e nella prima metà del ‘900, cioè nel periodo del nazionalismo, Schiller venga assolutizzato e ritenuto il poeta più grande di Goethe.
Relatore Bernd-Arnold Kruse Università degli studi Napoli – Federico II Responsabile Stefan Nienhaus Università di Salerno